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william_flow.
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"Guarda! Questo è il nostro inconscio", disse il giovane ragazzo indicando con un cenno della testa l'infinito oceano di pece. Nessuna onda ad animarne la superficie, bensì un continuo ribollire senza calore. Asciugandosi le lacrime dalle guancie allungò un braccio verso l'orizzonte afferrando al volo una bambola lanciata da una bolla scoppiata appena sotto la scogliera. Con gli occhi fissi sulla bambola continuò a parlarmi, i pensieri rivolti verso un passato dimenticato.
"Sali sulla barca", disse, mentre questa emergeva vicino la costa. I pezzi di legno rotti si riattaccavano fra di loro dandone forma. "Essa ti riporterà a casa".
Con titubanza lascai passare parecchi secondi, osservando la grande barca senza equipaggio, la faccia del ragazzo ancora immersa nella sua bambola. "Dopo tutta la strada che ho fatto per arrivare fin qui, non credo proprio che tornerò a casa", dissi, "e dopo tutto, nessuno mi sta aspettando là".
Il ragazzo si voltò di scatto con espressione accusatrice. "Illuso!", la sua voce tuonò nel tramonto, un ribollire più violento ne fece da coro, "Ancora tu parli con sicurezza. Ancora non ti rendi conto tu di quanta ignoranza ti avvolge. Nessuno fra i tuoi ricordi puoi tu chiamare casa. Nessuna fra le tue idee puoi tu usare per descriverla!". L'impertinenza del ragazzo mi scivolò addosso, non un movimento del mio viso come risposta.
Mi lanciò la bambola. Un innocente sorriso cucito sulla faccia nascondeva il degrado della stoffa. "Non ho più tempo per i tuoi capricci", disse, "Guardati attorno. Non ti accorgi di quel che sta accadendo?". Senza aspettare una risposta entrò in una fessura tra le rocce e sparì nell'ombra.
Abbassi lo sguardo sulla bambola fra le mie mani. Un'etichetta sulla gamba. [GET OUT]
Mi incamminai pensieroso verso la costa seguendo il sentiero.
Non sono obbligato a salire sulla barca. Posso anche solo dare un'occhiata e poi andarmene.
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william_flow.
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Illuminato da una fioca luce mi lasciai trasportare dalla barca verso un'ignota destinazione.
I miei piedi mi portarono su di essa senza aspettare alcun consenso. La cabina di comando era già arredata; un divano era lì ad aspettarmi.
La bambola appoggiata sulla credenza all'altro lato della stanza mi osservava silenziosa.
L'eterno tramonto mascherato da montagne all'orizzonte. Che fosse quella la mia meta?
Lentamente una nuova luce apparve da dietro la finestra.
Un piccolo sole, grande come una casa, aleggiava immobile sulle acque. La caotica corona lanciava fasci di luce e plasma.
Sotto di esso un vortice d'acqua dello stesso diametro, terminante in una cascata circolare.
La barca navigava in cerchio, come un pianeta in orbita.
In piedi sul ponte osservavo il piccolo sole. Abbastanza luce per illuminare a giorno, ma non abbastanza per far male agli occhi.
La sagoma di un feto formava una timida ombra nel mezzo.
Nonostante non potessi vederne gli occhi, avvertii un contatto fra di noi.
L'aria si fece fredda e limpida.. -
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Interesting. .
Oceano di pece |
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